Perchè i neonati rigurgitano? ecco la risposta
É una sera di fine estate, state indossando una canottierina sbracciata che lascia scoperte le spalle, mentre cullate il vostro bambino sazio e felice dopo l’ultima poppata. Il momento perfetto, sentite distintamente il calore della sua testolina sulla vostra spalla. Un momento però… cos’è questa sensazione di umido? La risposta è lampante per qualsiasi neomamma che non ami particolarmente fare lavatrici: è arrivato il rigurgito.
Il tanto temuto rigurgito, anche detto reflusso fisiologico, è un evento tipico nei primi anni di vita del bambino: avviene generalmente fino a un paio d’ore dopo la poppata, dai 18 ai 24 mesi. Entro i due anni il fenomeno tende a scomparire. Via quindi al rinnovo del guardaroba!
Rigurgito nei neonati: di cosa si tratta
Il rigurgito non è altro che una fuoriuscita di latte e saliva dalla bocca del bambino, dovuta generalmente al ridotto funzionamento dell’apparato digerente. Infatti nei primi mesi di vita del neonato, questo apparato non è abituato a lavorare a pieno regime, è ancora immaturo. Ne è responsabile in particolare la valvola che collega l’esofago allo stomaco, il cardias, che non sempre riesce a chiudersi come dovrebbe, provocando un flusso liquido tra questi due organi.
Nella maggior parte dei casi dunque si tratta di un fenomeno del tutto naturale, la cui peggiore conseguenza è un accumulo di panni da lavare. Quand’è che bisogna iniziare a preoccuparsi?
Oltre a quello fisiologico, esistono altre due tipologie di reflulsso: quello cronico, che comporta un calo della crescita e un non adeguato sviluppo fisico del bambino e quello sintomatico, ovvero il caso in cui il rigurgito si presenta spesso, anche lontano dalle poppate. In questo secondo caso non si ha solitamente incidenza sulla crescita del bambino, in entrambe le situazioni comunque è opportuno rivolgersi al pediatra.
Può anche verificarsi il caso di reflusso gastroesofageo senza rigurgito. Quest’ultimo fenomeno è riconoscibile per la presenza di apnee o laringospasmi e altri problemi respiratori come ad esempio tosse o asma. Si possono verificare anche disfagia (difficoltà di deglutizione), odinofagia (dolore nella deglutizione) e pirosi (bruciore al di sotto dello sterno). Anche in presenza di questi sintomi, come nei due casi elencati precedentemente è bene rivolgersi al proprio medico pediatra e rimandare a dopo il lavaggio dell’unica tutina rimasta pulita.
Rigurgito nei neonati: si può prevenire?
E se la nonna è in ritardo, voi siete già pronte per uscire ma la poppata chiama? Come evitare il disastro dell’ultimo minuto?
Non preoccupatevi, esistono alcuni accorgimenti che si possono adottare per prevenire o ridurre il reflusso del vostro bambino.
Innanzi tutto è consigliabile distribuire le poppate in modo che risultino magari più frequenti, ma più brevi. Facendo assumere poco latte alla volta al bambino infatti, si evita che lo stomaco si riempia eccessivamente e che il liquido “trabocchi” nell’esofago. Inoltre si riducono le probabilità che il piccolo assuma il nutrimento con troppa foga ingerendo anche aria, altra causa del manifestarsi del rigurgito. Nel caso di allattamento con latte artificiale, essendo la formula di quest’ultimo più pesante del latte materno, si può ricorrere all’utilizzo di preparati specifici pensati proprio per i problemi di reflusso, che risultano meno densi e quindi di più facile digestione.
Altro accorgimento importante è curare la posizione in cui viene tenuto il bambino durante l’assunzione del latte: è consigliabile la “posizione rugby”, in cui il bambino si trova sotto il braccio della mamma, con i piedini rivolti verso la sua schiena e la testa, sorretta dalla sua mano, in prossimità del seno.
In ultimo, dopo la poppata è opportuno tenere il piccolo in posizione verticale per almeno dieci minuti, per evitare la fuoriuscita di latte dallo stomaco e agevolare quella dell’aria attraverso il classico ruttino.