Lo sviluppo del linguaggio nei bambini con problemi di udito
Riuscire a individuare un disturbo uditivo subito dopo la nascita è importantissimo, sia per avviare subito la riabilitazione, sia per evitare che i bambini ipoudenti sviluppino in parallelo anche difficoltà linguistiche. Se, infatti, un bambino non va incontro a sufficienti input linguistici sin dalla più tenera età, si verificano delle carenze nello sviluppo del linguaggio, compromettendo anche alcune capacità cognitive.
È infatti nel corso del primo anno di vita che i bambini apprendono moltissimo dall’ambiente circostante e l’apprendimento passa dai sensi, in particolare da tatto, vista e udito.
L’importanza dello screening uditivo universale
L’udito è il senso che si sviluppa per primo, proprio perché aiuta il bambino a captare informazioni importanti dal mondo intorno a lui e a stimolare il suo sviluppo neurologico. Già dai primissimi mesi di vita, un bambino dovrebbe essere in grado di fare una prima distinzione acustica (individuare quali suoni provengono dalla mamma e quali, invece, da altre persone), reagire a rumori e voci e osservare le persone di fronte a sé. Eppure, è facile che i genitori possano non accorgersi di un deficit uditivo se non dopo molti mesi o addirittura anni, quando il figlio non mostra reazioni a rumori forti, non risponde se chiamato per nome e ha difficoltà linguistiche e relazionali.
Proprio per questo, è fondamentale lo screening uditivo universale, con l’esame effettuato con otoemissioni acustiche obbligatorio alla nascita in Italia, un test che viene effettuato subito dopo il parto e permette di individuare immediatamente eventuali deficit uditivi: dura pochissimi minuti ed è totalmente indolore, oltre che gratuito. Consiste nell’inserimento di una sonda che rilascia dei suoni a bassa intensità nelle orecchie del neonato; se il bambino non ha problemi uditivi, la sua coclea dovrebbe rispondere a questi suoni con un’eco, altrimenti non percepirà nulla. Grazie a questo semplice test, si identificano il 95% dei casi di sordità grave già nei primi mesi di vita.
Il test permette ai genitori e ai medici di correre immediatamente ai ripari: un Medico Specialista Audiologo visiterà immediatamente il bimbo, con altri test valuterà l’entità dell’ipoacusia e pianificherà i controlli e la terapia da effettuare negli anni successivi, con l’aiuto di un’equipe di specialisti. È fondamentale agire il prima possibile, per consentire anche ai bambini con deficit uditivo un normale sviluppo sociale e del linguaggio. Al giorno d’oggi, infatti, se il deficit viene trattato immediatamente, è possibile che il bambino possa superare totalmente il suo handicap sensoriale.
Lo sviluppo del linguaggio nei bambini ipoudenti
Durante i primi anni di vita, il cervello umano va incontro a uno sviluppo molto rapido e ogni area cerebrale presiede ad alcune funzioni o capacità dell’individuo. Le aree che regolano le competenze linguistiche sono quelle di Broca e di Wernicke, che vengono attivate con qualsiasi forma linguistica, indipendentemente dal fatto che derivi dal parlato, e quindi faccia appello al senso dell’udito, o dallo scritto, e dipenda quindi dal senso della vista.
Negli ultimi decenni, inoltre, numerosi studi hanno ormai dimostrato che l’uso precoce di qualsiasi lingua, sia essa parlata o gestuale, migliora lo sviluppo delle regioni specifiche del cervello coinvolte con la lingua. Se fino a poco tempo fa, quindi, si pensava che i bambini ipoudenti sarebbero stati grandemente svantaggiati nello sviluppo linguistico, perché impossibilitati ad avere accesso a stimoli uditivi, oggi invece sappiamo che il linguaggio dei segni equivale a una lingua parlata, dal punto di vista linguistico e cognitivo. Infatti, non è semplicemente il corrispettivo della lingua parlata di un determinato paese: ha una struttura, una grammatica e dei significati indipendenti.
Proprio per questo, una mancata adozione del linguaggio dei segni può avere delle conseguenze gravi per i bambini ipoudenti e non udenti, che potrebbero rischiare di non acquisire le competenze linguistiche dei loro coetanei e di avere poi difficoltà in altre aree dell’apprendimento linguistico, come nell’imparare a leggere. La sua adozione risulta dunque essenziale per promuovere l’acquisizione linguistica ed è utile sia in bambini con danni di udito considerevoli, sia in bambini con una compromissione moderata dell’udito. Nel primo caso, di solito, si ricorre anche a impianti cocleari in grado di trasmettere i suoni al nervo uditivo in maniera più diretta rispetto agli apparecchi acustici, che vengono invece prediletti nel secondo caso.
Ad ogni modo, è importante ricordare che i bambini ipoudenti sono perfettamente in grado di sviluppare competenze linguistiche e comunicative: medici e professionisti sono in grado di valutare al meglio la situazione e indirizzare i genitori verso la terapia migliore.