MCHC alto nel sangue: cosa significa, cause e rimedi
Con l’acronimo MCHC (Mean Corpuscular Hemoglobin Concentration) viene indicata la concentrazione media dell’emoglobina nel sangue; in pratica la quantità di globuli rossi presenti all’interno del nostro corpo. Insieme all’MCH e al MCV, come descritto su FidelityDonna, permettono di calcolare l’indice corpuscolare. Quando si riscontra un MCHC alto, vuol dire che c’è una condizione di malessere, una disfunzione o un’alterazione nell’emoglobina. In genere un’anomalia legata ai globuli rossi indica una possibile anemia.
I valori di riferimento sono compresi tra 31% e 36% g/dl (Fonte: Corriere della sera)Il valore si esprime in massa o concentrazione molare. In condizioni normali i globuli rossi sono compresi tra 26 e 32 picogrammi. La loro conta può subire variazioni in base all’età.
Per conoscere il suo valore è necessario sottoporsi a una semplice analisi del sangue in laboratorio. Approfondiamo l’argomento per comprendere perché il valore può aumentare e come si cura.
MCHC alto: cosa significa
Il valore MCHC alto suggerisce che il paziente è affetto da una patologia che interessa il sangue. In questo caso, il valore alto indica che l’organismo produce troppa emoglobina o che, nel caso in cui la quantità sia normale, ci siano globuli rossi troppo piccoli.
L’emoglobina è una proteina presente e necessaria nel nostro corpo. La sua funzione è quella di trasportare l’ossigeno all’interno dei nostri tessuti. Solo in questo modo, infatti, ogni parte dell’organismo ha la possibilità di svolgere il suo ruolo. All’osservazione al microscopio, le cellule appaiono ipercromiche, ovvero molto scure.
Sintomi principali
I sintomi dell’innalzamento del valore MCHC sono comuni ad altre patologie o problemi di salute: debolezza, spossatezza, fiato corto, sonnolenza e pallore. Ed ancora mal di testa ed emicranie, difficoltà nell’attenzione, vertigini, sensazione di svenimento, aritmie cardiache e avere una temperatura corporea bassa. Altri sintomi sono la sindrome da gambe senza riposo, l’ingrossamento della milza, la lingua ulcerata.
Le cause principali
Un MCHC alto nel sangue può indicare diverse patologie, in genere legate alle anemie e alle carenze di ferro. Tra queste la sideremia, la talassemia, l’anemia ipocromica, le anemie emolitiche, l’anemia falciforme e l’emoglobinopatia.
Tra le cause associate all’anomalia c’è la sferocitosi, una malattia ereditaria rara e grave. Questa determina emolisi, ovvero una maggiore quantità di cellule del sangue, che si manifesta con un ingiallimento della pelle, anemia ed ingrossamento della milza.
Un’altra causa, molto frequente, sono le carenze di vitamine e un regime dietetico errato. In particolare, l’aumento del numero dei globuli rossi si deve alle carenze di vitamine del gruppo B e C. Tra queste, l’acido folico, vitamina B9, e la vitamina B12. Anche in questo caso le conseguenze per il soggetto sono anemie e incapacità di assorbimento dei nutrienti da parte dell’organismo. Questo si verifica, in modo particolare, in presenza di celiachia e malattia di Crohn.
È frequente anche in presenza di patologie autoimmuni (epatite, tiroide) e croniche, di malattie del fegato e di ustioni gravi. Può essere causato anche dall’eccesso di alcolici, il fumo, o dall’assunzione di alcuni farmaci. I farmaci, in modo particolare, che determinano l’innalzamento del valore sono i citotossici, quelli utilizzati per la chemioterapia.
MCHC alto: la diagnosi
La sintomatologia è riconducibile a diverse patologie, più o meno gravi. Per questo motivo è importante non ignorare i sintomi e chiedere un consulto medico. In base ai sintomi riscontrati, dopo aver eseguito le indagini del caso e effettuato l’anamnesi del paziente, il medico prescriverà le analisi specifiche per l’MCHC.
I rimedi per normalizzare il valore
Per curare i sintomi e ripristinare il valore quando si ha un MCHC alto, è necessario intervenire sulle cause che hanno determinato il suo innalzamento. Il primo passo da fare è correggere lo stile di vita e l’alimentazione. Anche in questo caso, si dovrà seguire un regime sano ed equilibrato. Sarà il medico a suggerire cosa mangiare o evitare o potrà indirizzarvi da un nutrizionista.
Sarà necessario integrare le vitamine, del gruppo B e C, ed assimilare ferro. La dieta deve limitare o eliminare cibi che contengono calcio, le uova, caffè, te e cacao. Sono da evitare anche alcune verdure e cereali che contengono ossalati (rabarbaro, spinaci, kiwi, noccioline, sesamo).
Anche gli antiacidi sono da evitare perché possono peggiorare il dolore addominale.