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Cucina

Concorso Birra dell’Anno 2018: le migliori birre artigianali del mondo si sfidano

Nel 2017 gli italiani hanno confermato un forte interesse verso la birra artigianale registrando un + 3,7% abbondante di consumo di questa bevanda.

Ma non finisce qui.

E’ ormai evidente la tendenza in crescita verso il consolidamento e l’ampiamento della produttività brassicola artigianale. Basta pensare che i microbirrifici sono aumentati esponenzialmente negli ultimi 10 anni passando da 113 a ben 718, numero registrato proprio nel 2017.

Più del 60% di microbirrifici può vantare un fatturato che va dai 100 agli 800mila euro annui dimostrando che quella che è nata più come passione si sta, ormai, trasformando in un vero e proprio business.

Anche i dati sul personale parlano chiaro: il 51% di queste piccole imprese ha risorse assunte direttamente a tempo indeterminato.

Se prima i microbirrifici si concentravano maggiormente sulla mescita oggi l’attenzione è rivolta soprattutto sulla logistica distributiva. L’esportazione estera riguarda un birrificio su tre per un volume totale di oltre 500mila ettolitri l’anno distribuiti.

Le novità alla fiera della birra a Rimini

A febbraio si è tenuta la XIII edizione del concorso Birra dell’Anno alla Fiera di Rimini, la più importante competizione italiana del settore organizzata dall’associazione Unionbirrai.

Sono state ben 1650 le birre presenti in gara, il 20% in più dell’anno precedente, presentate da 279 produttori per un totale di 41 categorie diverse.

Una novità importante è stata la ricomparsa in gara delle birre a bassa fermentazione. Questa produzione utilizza un lievito che si attiva e lavora in temperature che vanno dai 5 ai 12 gradi. Il presidente di Unionbirrai Alessio Selvaggio spiega che questa è una categorie di birra molto apprezzate dagli appassionati. In questa tipologia rientrano birre come le Bock, le Helles e le Pilsner, forse le più note anche ai meno intenditori.

In competizione anche le birre caratterizzate da fermentazione spontanea. In questo caso il processo di trasformazione da mosto a birra viene innescato e portato avanti da lieviti e batteri naturalmente presenti nell’aria. L’intervento dell’uomo è, quindi, piuttosto limitato.

La protagonista indiscussa del 2018 è certamente la volontà di sperimentare unendo spezie come vaniglia, pepe, chiodi di garofano a sostanze come il cacao, il caffè ed i cereali come il farro e l’avena.

Immancabili le birre IGA (Italian Grape Ale). E’ stato l’americano Bjcp, Beer Judge Certification Program) ad inserire questa nuova categoria, tutta italiana, nel grande libro delle birre di tutto il mondo.

Questa iniziativa ha spinto molti mastri birrai a liberare la propria fantasia creando nuove ed interessanti proposte. Tra tutte, la white e la red Grape Ale, birre prodotte con uva bianca o rossa, sono ormai diventate famose sia nel mercato interno sia in quello internazionale.

Tradizione e new entry

Tra le categorie presenti anche quella delle birre scure ad alta fermentazione e basso grado alcolico, di ispirazione anglosassone. Stiamo parlando delle famose Porter e Stout. E’ sempre bene sapere dove trovare le migliori birre porter sul mercato per una degustazione da ricordare.

Dal momento che gli italiani sono storicamente affezionati alla tradizione più autentica, non sono mancate le birre luppolate caratterizzate da note amare con richiami fruttati.

Infine, un’occhiata alle birre dallo stile emergente: le NEIPA (New England IPA). Queste birre si riconoscono facilmente per il sentore spiccato di frutta matura e tropicale come l’ananas, il passion fruit, il mango ed il kiwi. Inconfondibili anche per l’aspetto che appare molto simile a quello tipico di un succo di frutta.