Radiografia: un’immagine che salva la vita
La sera dell’8 novembre 1895, lo scienziato Wilhelm Conrad Röntgen rientrò a casa dopo una bella passeggiata con la moglie e si fiondò nel suo studio tutto disordinato a scrivere le sue ricerche. Mentre scriveva, si accorse casualmente che il tubo a scarica che aveva costruito per dei suoi esperimenti stava facendo brillare uno schermo cosparso di una sostanza chiamata platinocianuro di bario.
La cosa interessante fu che la luce la vedeva solo con la coda dell’occhio, ma non vedeva niente se fissava direttamente lo schermo. Preso dalla curiosità, posizionò la sua mano tra il piano e il tubo per vedere gli effetti di questa strana reazione luminosa. Con sua grande sorpresa, quello che vide fu incredibile: guardando la piastra riusciva a vedere dall’ombra le ossa della sua mano.
Forse è andata proprio così o forse no, in ogni caso quel giorno nacque la radiografia. Una scoperta che ha rivoluzionato il mondo della medicina e che ancora oggi ci permette di effettuare diagnosi abbastanza accurate che salvano migliaia di vite.
Cos’è la radiografia?
Con radiografia, chiamata anche radiogramma, intendiamo l’immagine prodotta grazie all’uso dei raggi X. Come ha scoperto Röntgen, l’immagine si forma posizionando un corpo tra un emettitore di raggi e una lastra che li trattiene, formando un’immagine.
Questa tecnica sfrutta la capacità dei corpi di assorbire o farsi attraversare dai raggi X a seconda della loro densità. I corpi più solidi trattengono i raggi e quindi sulla lastra appaiono bianchi, mentre i corpi che si fanno attraversare appaiono grigi o addirittura neri.
La radiografia fa male?
I raggi X sono radiazioni ionizzanti, ossia sono in grado di interferire e modificare le strutture molecolari, come il DNA. Naturalmente l’esposizione a questi raggi deve essere prolungata per avere degli effetti. Infatti i danni provocati da una radiografia sono veramente bassi e non arrecano problemi particolari.
Le possibilità sono veramente minime: è più facile farsi male durante la nostra vita quotidiana.
Non bisogna lasciarsi spaventare da avvenimenti come quello di Chernobyl: in quel caso la potenza delle onde era di gran lunga superiore rispetto a quella delle radiografie.
Un altro discorso, però, è quando si è soggetti a malattie come tumori, che allora è più facile che i raggi X, essendo ionizzanti, possano peggiorare la situazione.
Dobbiamo distinguere poi tra la medicina nucleare e la radiologia. La prima sfrutta delle sostanze nucleari per rendere gli organi molli più visibili e che una volta terminati gli esami bisogna smaltire (uno o due giorni con alcune semplici precauzioni bastano).
Una volta terminato l’esame radiologico, invece, si è liberi di entrare in contatto con le altre persone, poiché, al contrario di come alcune persone possono pensare, non si diventa radioattivi e non ci sono sostanze da smaltire.
Nonostante si possa ritenere la radiografia una tecnica sicura, per legge ogni esame radiologico deve essere autorizzato da un medico e solo se non esistono alternative più sicure. Inoltre tutti i dispositivi medici sono dotati di tecnologie che permettono di controllare l’esposizione ai raggi e di blocco nell’eventualità ci siano dei problemi alla macchina.
In ogni caso, non c’è un numero massimo di esami che si possono effettuare all’anno, oltre i quali c’è il pericolo di morire: l’importante è evitare gli esami quando non sono assolutamente necessari.
Imaging medicale
Come abbiamo detto fino ad adesso, la radiografia è una tecnica per creare immagini di diagnostica. Non è però l’unica modalità che viene usata per creare questo tipo di fotografie. Infatti fa parte di quell’insieme che viene definito Imaging medicale.
Con imaging medicale intendiamo quel processo che ci permette di osservare un’area di un organismo non visibile dall’esterno.
Altri esempi di questo gruppo potrebbero essere l’ecografia, la tomografia, la scintigrafia, l’eco Doppler. Quello che distingue queste tecniche è il mezzo fisico utilizzato per ottenere l’immagine. Come abbiamo detto la radiografia usa i raggi X, mentre l’ecografia, per esempio, usa gli ultrasuoni.
Ogni tecnica viene sfruttata a seconda dell’organo che deve essere analizzato.
Come viene creata una radiografia?
Una radiografia analogica non crea un’immagine molto nitida dell’area ripresa. Per fare questo si è ricorsi alla digitalizzazione (infatti il reparto radiologico è uno dei primi a dotarsi di sistemi informatici). Questo sistema viene definito radiografia con il sistema RIS PACS (fonte: gipo.it).
Attraverso algoritmi, ogni parte della radiografia viene trasformata in tanti pixel a seconda della risoluzione che si vuole dare all’immagine. Naturalmente più pixel ci sono e più alta sarà la risoluzione.
Una volta che la macchina ha effettuato la conversione il file viene inviato al sistema informatico che permette di gestire il file e stamparlo o copiarlo, oppure catalogarlo e archiviarlo.
Cosa si vede in una radiografia?
Come abbiamo detto all’inizio, i raggi X attraversano i corpi molli, ma vengono assorbiti dai corpi solidi. Quindi le radiografie vengono usate principalmente per osservare la struttura ossea e i suoi problemi. Ma non solo.
Questo tipo di analisi è appropriata per verificare la presenza di corpi estranei, come tumori, calcoli, cisti, corpi estranei ingeriti.
A seconda della diversa area ripresa, la tecnica radiologica sfrutta determinate macchine e prende nomi differenti:
- ortopantomografia: ci si riferirsi all’immagine dei denti, dell’arcata dentale e delle ossa mascellari e mandibolari;
- mammografia: la radiografia al seno per verificare la presenza di corpi estranei;
- TAC (Tomografia Assiale Computerizzata) o TC: ossia la riproduzione di immagini in sezione e tridimensionali di una parte del corpo.
Queste sono quelle che sfruttano i raggi X per effettuare l’analisi.
Oltre a queste, si possono effettuare altre analisi radiologiche, come quelle al torace o all’addome.
Quella al torace è utile non solo per vedere la parte ossea, ma anche i polmoni. Quest’ultimi, essendo tessuti poco densi, vengono attraversati completamente dai raggi X, tanto che se ci fossero dei corpi estranei verrebbero subito individuati.
Tuttavia da una radiografia non si può vedere l’aspetto dei polmoni. Se si vuole conoscere il loro stato di salute, bisogna fare una spirometria, che verifica solo la presenza di difetti ventilatori.
La radiografia al torace può essere richiesta anche per dei controlli aggiuntivi in caso di leucemia, per verificare la presenza di tumefazioni dei linfonodi o altri sintomi.
La radiografia ha permesso di risolvere casi clinici prima impossibili. Dobbiamo solo ringraziare quella sera di novembre del 1895 e uno scienziato che, casualmente, ha scoperto come salvare migliaia di vite.